Il 21 gennaio u.s. nella Parrocchia del SS. Salvatore in Ercolano si è tenuto l’annuale incontro di celebrazione ecumenica della Parola di Dio, programmato dal CRCCC e presieduto da S. Ecc. Rev.ma Mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola. Il tema di quest’anno, suggerito dalla Comunità di Grandchamp, in Svizzera, di tradizione Riformata, è tratto da Vangelo di Giovanni, al capitolo 15, versetti 5-9, che recita: “ Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto ”. Esso esprime la vocazione alla preghiera, alla riconciliazione e all’unità della Chiesa e del genere umano, sperimentata da detta Comunità. Dopo il canto d’ingresso, il parroco, don Enzo Lionetti, Membro del CRCCC e vicecoordinatore del GIAEN, ha ricordato che la Parrocchia nel passato per molti anni è stata indicata dal Presbiterio di Ercolano per l’annuale celebrazione ecumenica della Parola di Dio. Inoltre ha informato i presenti che il CRCCC ogni anno programma un incontro a livello regionale per la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani (SPUC), che va dal 18 al 25 gennaio, memoria della Conversione di S. Paolo. Quest’anno la scelta è caduta sulla Parrocchia del SS. Salvatore di Ercolano. Nel porgere il benvenuto a nome suo e della Parrocchia a S. Ecc.za Mons. Marino, ai Pastori, ai Rappresentanti delle Confessioni ed ai fedeli, don Enzo li ha ringraziati per essere stati solleciti all’invito del Signore, che nell’ultima cena lasciò ai discepoli il testamento dell’unità con le seguenti parole “Che tutti siano una cosa sola” (Gv. 17, 21). Alla celebrazione hanno partecipato i Pastori ed i Rappresentanti delle Confessioni Cristiane firmatari, il 14 dicembre del 2009, dell’Atto di Costituzione del Consiglio Regionale delle Chiese Cristiane della Campania (CRCCC): -Mons. Francesco Marino, delegato dalla Conferenza Episcopale Campana per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso; -p. Eduardo Scognamiglio, presidente del CRCCC; -Elisabetta Kalampouka Fimiani, vicepresidente del CRCCC, del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli; -Paolo Poggioli, vicepresidente del CRCCC, già pastore luterano di Torre Annunziata; -Ulrich Hossbach, pastore luterano di Torre Annunziata; -Franco Mayer, pastore valdese di Salerno; -don Gaetano Castello, delegato arcivescovile per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Napoli e Coordinatore GIAEN; -Lucia Antinucci, presidente della AECNA, Amicizia Ebraico-Cristiana di Napoli; -Jaime Castellanos, pastore della Chiesa Battista di Via Foria di Napoli; -don Peppino Esposito, segretario della Commissione Ecumenica Cattolica Regionale; -Mimmo Iacomino, segretario del GIAEN; -Emilia Mallardo, Membro GIAEN ed assistente per le Chiese nate dalla Riforma; -Aniello Aiello, Membro del CRCCC; -Michele Giustiniano, giornalista, collaboratore della PFTIM; -Rappresentante della Diocesi di Aversa; -Rappresentante della Diocesi di Sorrento/Castellammare; -Vincenzo Busiello, responsabile di Taizé Campania; -p. Giorgio Cozzolino del Presbiterio di Ercolano. 1​ Prima di dare inizio alla celebrazione della parola, p. Eduardo Scognamiglio presenta il tema proposto per quest’anno e mette in evidenza l’appello di Gesù, “ Rimanete in me ”, che ci esorta a vivere in comunione di Spirito con Lui e con le Chiese e le Comunità. Don Peppino Esposito, nel rilevare che tra i Cristiani ci sono ancora tante differenze, invita a mettere in comune tutto ciò che unisce, soprattutto la preghiera, e ad abbattere i muri delle divisioni. È questa la strada da percorrere per “ rimanere ” in Cristo. Mons. Marino introduce la preghiera iniziale, le cui invocazioni sono intercalate dai Pastori. Fa seguito la Litania di lode e la lettura del Salmo 103 (102) eseguita da Michele Giustiniano. La proclamazione del Vangelo di Giovanni, al capitolo 15, versetti 1-17, fatta dal diacono Michele D’Isanto, conclude la prima parte della celebrazione. Relativamente al passo evangelico vengono proposte delle riflessioni e/o testimonianze. Mons. Marino, mette in rilievo,, tra l’altro, il desiderio di corrispondere insieme all’amore di Gesù, di accogliere il suo invito, così come sono riportate dal Vangelo di Giovanni: “ Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto ”. Purtroppo nel corso dei secoli la Comunità cristiana si è allontanata dall’invito che Gesù ha rivolto a tutti i suoi discepoli. Come è potuto accadere che lungo i secoli i Cristiani abbiano sperimentato questa forza distruttiva della divisione e che si siano tanto allontanati dalla preghiera, dalla Parola, dallo Spirito di Gesù!? L’invito di Gesù resta sempre lo stesso, in ogni tempo, in ogni circostanza della nostra vita, nei pensieri, nelle azioni, nella preghiera: “Rimanete nel mio amore”. Elisabetta Kalampouka, della Chiesa Ortodossa del Patriarcato Ecumenico, nell’indirizzare il saluto da parte dell’Arciconfraternita Greco-Ortodossa dei SS. Pietro e Paolo dei Nazionali Greci di Napoli, annuncia che il Santo Sinodo, dopo il decesso del Metropolita Gennadios Zervos, ha nominato Polykarpos Panagiotis Stavropoulos Arcivescovo Metropolita d’Italia e di Malta. La riflessione sul tema proposto prende spunto dalla specializzazione in viticoltura ed enologia della referente e verte sul rapporto tra Gesù e la vite. Essa rappresenta una delle sette piante d’Israele ed acquista diversi significati nella Sacra Scrittura. I tralci sono uniti al tronco, irrorati dalla linfa che si propaga in ogni parte della pianta. I tralci secchi sono gettati via quando non ricevono più la linfa della vita. Prima però bisogna procedere alla potatura, che è protezione e montatura dei tralci fruttiferi, affinché divengano copiosi. Questa immagine ci fa comprendere il rifiuto e l’allontanamento da Gesù, causati dal nostro inaridimento. Perciò si deve ricorrere ad una particolare operazione per una buona e maggiore fruttificazione: sradicare il peccato di divisione tra i Cristiani e di allontanamento da Gesù, il cui amore è per tutti. Lo stesso Giovanni dice: “ Questo vi comando, che vi amiate gli uni gli altri ” (Gv. 15, 17). A questo comando, non dobbiamo e non possiamo sottrarci. Anzi, dobbiamo trasmetterlo tra noi, portando con noi soprattutto quei fratelli che la società, in un modo o nell’altro, lascia ai margini. Franco Mayer, partendo dal tema della SPUC, rileva il rapporto tra la vite ed i tralci e mette in evidenza l’amore di Gesù per tutti i suoi discepoli, i quali sono tenuti a trasmetterlo ai propri fratelli, indipendentemente dallo stato sociale, dal credo politico e dall’appartenenza alla confessione religiosa. A tale proposito racconta un episodio di vita di cui ha fatto proficua esperienza nel corso delle sue visite nelle carceri. Tra i tanti, un detenuto si manifestò alquanto restio ad ogni tipo di colloquio e dialogo che lo invitavano a rivedere l’andamento della sua vita. Costui, pur appartenendo ad una diversa confessione religiosa, dopo diversi tentativi, accetta il dialogo e riesce a comprendere che ciò che gli viene comunicato è un messaggio al quale non può rinunciare: è il messaggio che gli parla dell’amore di Dio e della sua misericordia e che lo aiuta a ravvedersi ed a cambiare mentalità. Questo episodio ci insegna a trasmettere a tutti lo stesso amore che Gesù trasmette a noi. ….Intervento del pastore luterano di torre Annunziata. Alle riflessioni/testimonianze seguono due momenti di preghiera di intercessione: il primo momento si conclude una pausa di silenzio; il secondo con lo scambio del segno di pace espresso con l’inchino. La preghiera del Padre nostro , accompagnata dalla invocazione di benedizione, conclude la celebrazione. ​