Giornata Mondiale di Preghiera delle donne La GMP ( Giornata mondiale di preghiera) è una celebrazione di carattere ecumenico e di spessore internazionale, proposta annualmente, il primo venerdì di marzo, dalle donne cristiane di oltre 170 paesi. L’evento si propone lo scopo di unire donne e uomini di varie etnie e di diverse culture e tradizioni, in una giornata di preghiera comune, all’insegna dell’amicizia, della comprensione reciproca e della solidarietà. La nascita della GMP è incerta: alcuni la fanno risalire all’iniziativa di Mary Ellen James, moglie di un ministro presbiteriano di New York nel 1887, ma altre fonti attribuiscono l’iniziativa, più genericamente, ad un’azione concordata da diverse organizzazioni religiose femminili statunitensi, tra cui un gruppo di donne battiste . Si ha notizia, infatti, di un nucleo originario di incontri di preghiera nel 1812, su proposta della battista Mary Webb di Boston, che riuniva le donne del New England mensilmente per sostenere in preghiera il lavoro delle missioni. Da questi primi embrionali incontri si sviluppò col tempo un vero e proprio movimento comunitario femminile di preghiera che investì tutti gli Stati Uniti e da lì si propagò nei paesi confinanti e negli altri continenti assumendo l’attuale connotazione ecumenica grazie al coinvolgimento di diverse confessioni. e denominazioni. Questi inizi sono estremamente significativi in quanto rappresentano i prodromi del movimento ecumenico, il cui esordio ufficiale risale ad un secolo dopo, nel 1910, per iniziativa della Conferenza mondiale delle società missionarie protestanti ed anglicane di Edimburgo. Nel 1930 la GMP venne celebrata per la prima volta anche in Europa, per la precisione in Scozia e nel 1969 vi partecipò ufficialmente anche l’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche. La sua denominazione iniziale era “Giornata mondiale di preghiera delle donne”, ma già da tempo, pur essendo ancora organizzata da donne, è universalmente conosciuta come Giornata mondiale di preghiera per tutte e tutti. In Italia l’organizzazione, un tempo affidata alla Federazione delle donne evangeliche in Italia, dal 1994 fa capo ad un comitato ecumenico specifico che comprende rappresentanti evangeliche, cattoliche ed ortodosse. Il I° Marzo 2024 si è svolto, nella sede dell’Esercito della salvezza di Napoli, l’incontro interconfessionale annuale per celebrare la GMP (Giornata mondiale di preghiera delle donne), con la nutrita partecipazione di donne e uomini in rappresentanza delle tre confessioni cristiane del territorio cittadino: cattolica, evangelica, ortodossa. Come sappiamo, il libretto-guida della celebrazione viene preparato con due anni di anticipo, di volta in volta, dalle donne cristiane di vari paesi del mondo. Per una fortuita coincidenza, la liturgia di quest’anno è stata preparata due anni fa dalle donne cristiane della Palestina, in tempi sicuramente sempre difficili per la realtà socio-politica del territorio, ma comunque non sospetti in relazione allo scoppio della guerra attualmente in corso. Tale circostanza ha reso particolarmente sentito e coinvolgente l’evento in quanto, come ampiamente sottolineato dalla padrona di casa, il Maggiore Lidia Bruno, in apertura dell’incontro, alla luce dell’attuale situazione bellica, si rende particolarmente necessario ricordare tutte le vittime di questo conflitto e quanto mai urgente intercedere presso il Signore per il ripristino immediato della pace. Non sarà possibile, purtroppo, rispettare l’impegno di inviare i fondi raccolti alla cooperativa femminile beduina Zeina nel villaggio di Um-Al-Naser, che garantiva una formazione professionale alle donne beduine nella produzione di giocattoli in legno e tessuti. Tale cooperativa non esiste più. Pertanto, la raccolta delle offerte di quest’anno, sarà devoluta al Caritas Baby Hospital (VBH), unico ospedale pediatrico della Cisgiordania, fondato nel 1953. L’importo totale raccolto è di Euro 620. Il versetto-guida di quest’anno, tratto dall’Epistola di Paolo agli Efesini, era “ Vi prego… sopportatevi l’un l’altro con amore” e i simboli rappresentativi del territorio palestinese,​presenti nel locale di culto, erano rami e foglie di ulivo, distribuiti a tutti i presenti all’inizio della celebrazione, nonché limoni, arance ed altri agrumi e cactus. Le donne presenti nella chiesa dell’Esercito della salvezza si sono alternate nelle varie fasi della liturgia, ricoprendo, di volta in volta, il ruolo di animatrici e di lettrici, e intonando tutte insieme, anche con il contributo degli uomini presenti, gli inni proposti e videoproiettati attraverso le immagini originali del coro internazionale di donne e bambini. Come consuetudine, il libretto conteneva tre testimonianze di vita e di fede, la cui lettura ha destato particolare emozione: le tre donne palestinesi, Eleonor, Lina e Sara, attraverso i loro scritti, hanno raccontato le loro vicende e le loro esperienze passate e presenti, riguardanti, rispettivamente, una storia di “resilienza”, una storia di “verità”, una storia di “fioritura”. La Pastora Lidia Bruno ha tenuto una breve riflessione su Efesini 4: 1-7, di cui riportiamo un piccolo, ma significativo stralcio: “Noi presenti siamo testimonianza vivente di separazione e di discordia, è sempre una ferita viva, per questo l’apostolo Paolo esorta a costruire e a vivere l’unità che è, sì, un dono dello Spirito, ma richiede anche il nostro impegno. C’è una vocazione/chiamata personale da vivere in maniera degna. Quando è l’amore il motore non c’è modo di tradire la vocazione. In Dio non siamo confusi, ma amati. Siamo figli di un padre generoso che chiama figlio/a me e mio fratello/sorella che è seduto accanto a me. Sia benedetto questo Padre meraviglioso! ” L’incontro si è concluso con il consueto momento di convivialità per suggellare il clima di unione, condivisione e solidarietà che, ormai da oltre 130 anni, caratterizza questa ricorrenza nel mondo intero. Emilia Mallardo